Giova insomma ritenere che il Dosso si ritrovasse a Venezia verso il 1510 accanto a codesti trentini – era oriundo trentino egli stesso – e friulani; accanto ai bresciani, ai bergamaschi, ai lodigiani, come il Palma, il Romanino e il Calisto. La sua arte, come quella di tutti costoro, è di una sola fumata sorta su immensa dalle ceneri violette di Giorgione, mescolatasi nella dolce nebbia della valle padana con qualche soffio gemente di espressionismo boreale, o diradatasi alla lucidezza dell’ antichissimo classicismo ritmico dell’ Italia centrale che splendeva fisso verso il sud.
Roberto Longhi
Con la mostra Le ceneri violette di Giorgine. Natura e Maniera tra Tiziano e Caravaggio sono stati esposti a Palazzo Te i grandi protagonisti della pittura del Cinquecento nell’Italia del Nord: Tiziano, Tintoretto,Veronese, Lotto, Moretto, Romanino, Dossi, Correggio, i Bassano, tra gli altri.
E proprio partendo dall’eredità di Giorgione si è sviluppata la mostra, testimonianza dell’ intrecciarsi, tra le nebbie della pianura padana, di Natura e Maniera, di attenzione al dettaglio reale e virtuosismo formale, nell’arte dei diversi interpreti del periodo: a dimostrazione di come la Maniera Padana sia in realtà la combinazione di più anime e di più maniere diverse tra loro.
I tanti artisti del nutrito percorso – scandito da oltre 130 opere provenienti da numerosi musei italiani ed esteri, da chiese parrocchiali, nonché da prestigiose collezioni private – muovono infatti dalla lezione giorgionesca, di volta in volta interpretandola e personalizzandola, ma senza mai prescinderne: ora seguendo le enfatiche inquietudini, ora i richiami emotivi resi, talvolta, con una composizione più movimentata originaria del Centro Italia, spesso rileggendo il crescente naturalismo diffuso nel Nord e il senso della luce nella tradizione locale.
Mostra a cura di
Vittorio Sgarbi
In collaborazione con
Mauro Lucco

numero visitatori 157.963

DATE

Palazzo Te, Mantova
05.9 – 09.1 2005

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