Mantegna, Giulio Romano e Falconetto: le tre stanze del Rinascimento con un biglietto unico.

Camere “pictae”, un biglietto unico per un’esperienza inedita.
Dal 1 settembre 2020 è possibile visitare con un biglietto unico le tre meravigliose camere “pictae” di Mantova: la Camera degli Sposi di Andrea Mantegna a Palazzo Ducale, la Sala dei Giganti di Giulio Romano a Palazzo Te e la Sala dello Zodiaco di Falconetto a Palazzo d’Arco.
L’iniziativa “Mantova. Il cielo in una stanza” è l’esito di un accordo di grande rilevanza che vede le principali istituzioni museali della città – Fondazione Palazzo Te, Complesso Museale Palazzo Ducale e Fondazione di Palazzo d’Arco – lavorare insieme per la promozione del patrimonio culturale di Mantova, confermando la strategia del biglietto unico sperimentata per la mostra di Giulio Romano, e in previsione di future sinergie.
Il biglietto unico, acquistabile al costo di 19 euro, consente l’accesso alle tre camere di committenza gonzaghesca, includendo i percorsi di vista dei Musei Civici di Palazzo Te e di San Sebastiano, del Complesso Museale di Palazzo Ducale e del Museo Archeologico.
“Due esperienze artistiche e visuali straordinarie, estese giustamente a Palazzo d’Arco – dichiara il Sindaco di Mantova Mattia Palazzi – si legano finalmente tra loro grazie ad un accordo che abbiamo fortemente e tenacemente perseguito. Il turista che giunge a Mantova e il cittadino appassionato hanno un’occasione in più per rendere concreto il loro viaggio, che poi si lega a tante altre bellezze presenti nel nostro ricchissimo patrimonio culturale. Mantegna e Giulio Romano sono due facce della stessa rivoluzionaria creatività. Vissuti in tempi diversi hanno saputo interpretare in modo moderno e magistrale l’Umanesimo e il Manierismo. Così, salutando il giusto approccio di tutela e di rinnovata presentazione di capolavori inestimabili, ricordiamoci come da questi tempi difficili occorre uscire con una nuova forza e una nuova proposta complessiva, che abbia in sé tutto il passato e tutto il nostro futuro.”
“L’offerta culturale della città di Mantova nell’area del patrimonio culturale e dell’arte visiva – commenta il Direttore di Fondazione Palazzo Te Stefano Baia Curioni – è storicamente incardinata nell’azione del Museo Nazionale di Palazzo Ducale e del museo di Palazzo Te. Per molto tempo si è immaginato, diciamo pure sognato, di sviluppare una reale alleanza tra Stato, Comune e Fondazione Palazzo Te finalizzata a migliorare l’azione culturale e promozionale della città. Questo risultato, difficile e fondamentale, viene oggi realizzato per la prima volta e si integra con la collaborazione, preziosa, con Palazzo d’Arco. Non si tratta infatti di una alleanza temporanea, finalizzata ad un evento, ma del riconoscimento di un percorso “necessario”, duraturo, che lega assieme le tre meravigliose stanze “pictae”, rinascimentali, di un contesto urbano in cui affreschi, architetture, scorci e qualità della vita sono testimoni di una qualità capace di attrarre interessi da tutto il mondo.”
LE CAMERE “PICTAE”
La Camera degli Sposi (1465-1474) nel Castello di San Giorgio, la Sala dello Zodiaco (1515-20) in Palazzo d’Arco e la Sala dei Giganti (1529-1532) di Palazzo Te sono molto diverse tra loro, per forme e dimensioni, ma appartengono alla medesima tipologia della sala immersiva, ovvero della sala completamente affrescata che consentiva allo spettatore di entrare in una dimensione illusiva, di essere spettatore ma allo stesso tempo attore delle scene rappresentate.
Nella sala dipinta da Mantegna, il visitatore viene messo al cospetto di una rappresentazione altamente teatrale della corte mantovana e dei suoi rituali. Mantegna qui manipola lo spazio sovrapponendo piani e ‘distraendo’ lo spettatore dalle calcolatissime distorsioni che rendono perfettamente leggibili le scene raffigurate. L’artista è qui davvero un regista capace di organizzare lo spazio in maniera da ingannare la visione e creare inediti effetti “di presenza”, cui contribuiscono anche le fisionomie perfettamente riconoscibili dei personaggi raffigurati. Nella sala affrescata dal pittore veronese Falconetto, viene invece riproposta una galleria che si apre su paesaggi immaginari densi di elementi simbolici che chi guarda è invitato a decifrare, trovandone la chiave, la stessa chiave che, simbolicamente, un uomo anziano “offre” al riguardante in una delle scene. Nella Sala dei Giganti, infine, lo spettatore partecipa alla caduta degli stessi Giganti che, travolti dalle folgori di Giove, portano con sé montagne e architettura in una dimensione illusiva che cancella ogni dimensione spaziale e pone il visitatore al centro del vortice di energia scatenato dal re degli dei contro gli immani corpi dei suoi nemici. Vi è dunque, in tutte queste decorazioni, una forte componente teatrale il cui scopo è quello di rende lo spettatore partecipe dell’azione.
Inoltre, in tutte queste decorazioni vi è un forte richiamo all’Antichità, alla letteratura e alla cultura latina, come garanti di prestigio culturale, e autorità politica. Fanno riferimento a Roma i busti imperiali nel soffitto della Camera degli Sposi, mentre si staglia sullo sfondo di una delle scene una rappresentazione idealizzata di Roma, di cui si riconoscono però molti monumenti. Anche la sala dello Zodiaco, ricchissima di riferimenti storici, mitologici e antiquari, è caratterizzata da numerosissime rovine romane, molte delle quali celebri e ben identificabili. Questa galleria fittizia riproponeva a Mantova un celebre schema decorativo già realizzato da Pinturicchio a Roma intorno al 1490 e oggi purtroppo quasi interamente perduto, che gli sguardi più attenti a cosmopoliti avranno però riconosciuto, aumentando il prestigio della sala e trasformando Mantova in una ‘nuova Roma’, secondo un ambizioso modello che avrebbe caratterizzato i successivi interventi di Giulio Romano. La Sala dei Giganti, infine, prende spunto dall’epos antico, così come era stato tramandato da uno dei testi più celebri della cultura latina – le Metamorfosi di Ovidio – per mettere in scena un episodio da leggere come metafora del potere assoluto e della sconfitta che attende chi lo sfida. Non è un caso che uno dei primi spettatori della sala fosse proprio il potentissimo imperatore Carlo V.
Per tutti questi motivi, è un grande risultato che questi tre ambienti straordinari siano stati messi, per così dire, in rete, ma per davvero, non in un universo virtuale.
(Guido Rebecchini, The Courtauld Institute of Art)
Attivo dal 1 settembre 2020
Siti museali inclusi nella visita
Musei Civici di Palazzo Te e di San Sebastiano, Complesso Museale di Palazzo Ducale e Museo Archeologico, Sala dello Zodiaco a Palazzo d’Arco
Biglietto
19 euro
Il biglietto ha validità oraria con la definizione della fascia assegnata a Palazzo Te e a Palazzo Ducale, una nella mattina (10.00, 10.30, 11.00, 11.30) e l’altra nel pomeriggio (14.00, 14.30, 15.00, 15.30) intercambiabili: il visitatore che prenota al mattino a Palazzo Te, ha una fascia riservata nel pomeriggio a Palazzo Ducale, o viceversa.
Il biglietto ha validità giornaliera per la visita al Museo e al Tempio di San Sebastiano, al Complesso di Palazzo Ducale incluso il Museo Archeologico, e alla sola Sala dello Zodiaco a Palazzo d’Arco, compatibilmente con gli orari di apertura dei musei.
Per l’acquisto selezionare la fascia preferita tra quelle delle ore 10.00, 10.30, 11.00, 11.30 al link:
L’accesso alla Sala dello Zodiaco al Museo di Palazzo d’Arco è con visita guidata con partenza alle ore 10.30, 12.00, 15.30 e 17.00.
I bambini e o ragazzi sino ai 18 anni con i genitori che hanno acquistato il biglietto hanno diritto all’ingresso gratuito.