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L’esposizione ha proposto una lettura articolata e organica di quanto il Novecento a Mantova ha creato di più significativo, con attenzione particolare alla pittura e alla scultura.
Il progetto della mostra ha presentato un chiaro disegno degli avvenimenti artistici del Novecento a Mantova, a iniziare da quel gruppo di pittori della generazione degli anni Ottanta, di cui fa parte Vindizio Nodari Pesenti, considerato, a ragion veduta, il più importante pittore mantovano del secolo, in riferimento alla complessità del suo lavoro sviluppato in un contesto di tradizione lombarda, ma con una viva attenzione alla cultura moderna e ai fenomeni di maggior prestigio in Italia e in Europa, fin dai suoi primi soggiorni a Parigi e dall’amicizia con Umberto Boccioni. Questa aspirazione a un mondo esterno e a rapporti spaziosi di cultura diventano puntuali e ricorrenti nelle generazioni successive, tanto da poter ritenere che l’arte a Mantova nasce tra la ricerca di una modernità di stili e l’approfondimento di quei temi e motivi che sono nella realtà stessa dell’ambiente, delle sue consuetudini e di questo paesaggio. Ne sono testimoni, accanto allo stesso Vindizio, pittori coevi come Alfonso Monfardini e Antonio Giorgi, accanto a più giovani come Luigi Somensari. Con le loro opere stabiliscono i termini di quella tradizione mantovana che giunge, nei suoi esiti estremi, in senso naturalistico, al secondo dopoguerra.
Mostra a cura di
Zeno Birilli
Con la collaborazione di
Gianfranco Bruno, Gian Maria Erbesato e Renata Casarin
Ricerche condotte da
Roberto Pedrazzoli

numero visitatori 29.290

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DATE

Palazzo Te, Mantova
26.9 1999 – 16.1 2000

 

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