Il futuro delle città d’arte in Italia

In memoria di Sergio Cordibella, fondatore nel 1990 del Centro Internazionale d’Arte e di Cultura di Palazzo Te

 

Le città d’arte sono luoghi del patrimonio storico, architettonico e paesaggistico.

Parti integranti della realtà e del lavoro quotidiano, elementi stratificati di un tessuto urbano connesso con le funzioni organizzative, civili ed economiche della vita collettiva di tale patrimonio.

L’arte e l’architettura, eredità storiche e pregi urbani del nostro paese, pongono urgenti problemi di conservazione e pianificazione, dialogando in modo imprescindibile con gli orizzonti di sostenibilità e di sviluppo economico.

Da una parte le città d’arte sono divenute sicuri obiettivi per un’industria turistica progressivamente globale e in forte crescita; dall’altra tali luoghi, per le loro stesse caratteristiche e necessità di salvaguardia, si sono assoggettati alla concorrenza dei grandi centri urbani, i cui processi di realizzazione hanno saputo richiamare risorse intellettuali ed economiche sicure.

Va da sé che le città d’arte concorrano alla riorganizzazione logistica del mercato contemporaneo da una posizione relativamente sfavorevole.

Queste le ragioni per cui risulta ora doveroso immaginare pratiche di tutela, conservazione e valorizzazione delle stesse, affinché possano generare progetti, nuove forme di imprenditorialità e coinvolgimento da parte di altre comunità, forti di motivazioni identitarie in grado di misurarsi con la dimensione locale e globale delle comunicazioni e degli scambi economici.

Nei mesi conclusivi del progetto Mantova Capitale Italiana della Cultura 2016, il convegno CITTÀ D’ARTE 3.0, nel riverberare alcune pratiche condotte e sperimentate a Mantova, non senza sguardi rivolti a esempi italiani e internazionali, propone una riflessione più ampia sul futuro delle città d’arte in Italia.

Essere città d’arte offre il privilegio di cogliere nell’arte il suo elemento più sostanziale, ed è legittimo e necessario credere che tale valore si connetta con le possibilità di innescare feconde trasformazioni dei modi di percepire, vedere, pensare. Spostamenti di punti di vista che si pongono alla base nuove volontà di progetto.

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