La mostra di primavera del Centro Internazionale d’Arte e di Cultura di Palazzo Te, organizzata in collaborazione con il Museo dell’Albertina di Vienna, seconda sede espositiva, ha presentato l’opera di Raffaello e della sua officina negli anni tra il 1515 e il 1527, quando il Maestro sviluppò, poco prima della prematura morte, uno stile che si avvicinava maggiormente ai principi dell’arte classica pur rispondendo alle nuove esigenze del tempo.
Questo stile si diffuse in tutta Europa a partire dal 1527, quando, per il sacco di Roma, gli artisti della sua scuola lasciarono la città. Tra questi Giulio Romano, che lasciò la bottega nel 1524 per giungere a Mantova, Giovanni da Udine, specialista della pittura decorativa, Perino del Vaga e Polidoro da Caravaggio. Questi ultimi, pur essendo rimasti in contatto con Raffaello solo per brevi periodi, furono profondamente influenzati dalla sua opera, come Tommaso Vincidor, che nelle Fiandre soprintendeva all’esecuzione di arazzi che erano stati commissionati al Raffaello.
A Roma in quegli anni operavano anche Michelangelo e Sebastiano del Piombo, che avevano un rapporto più libero con la classicità ed altri artsti come Baldassarre Peruzzi, che dopo la morte di Raffaello, diede occasionalmente lavoro ai suoi allievi.
Importante fu anche il ruolo dello scultore fiorentino Baccio Bandinelli, di Marco Dente da Ravenna e di Agostino Veneziano, esperti incisori, ma anche di Rosso Fiorentino e del Parmigianino, i quali nel 1524 giunsero a Roma dall’Italia settentrionale e centrale, determinando un rinnovato impulso al dibattito sull’arte.
La mostra di Palazzo Te presenta circa 300 opere tra dipinti, arazzi e disegni in un rapporto equilibrato, dove grande importanza assume la stampa, rappresentata dalle incisioni di Marcantonio Raimondi, che lavorò con Raffaello a partire dal 1509, cui si aggiungono le opere di Agostino Veneziano, Marco Dente da Ravenna e Ugo da Carpi, che collaborarono con il Maestro a partire dal 1515-1516.
Mostra a cura di
Konrad Oberhuber

numero visitatori 134.173

DATE

Palazzo Te, Mantova
20.3 – 30.5 1999

 

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