Proseguono gli approfondimenti sul tema del rapporto tra musica e pittura nell’ambito del progetto di ricerca “Sonografie”, avviato a inizio anno dalla Fondazione Palazzo Te con l’intento di esplorare le possibilità della scrittura musicale e della rappresentazione visiva di trasformarsi l’una nel linguaggio dell’altra.

Dopo l’esperienza della project room “Le immagini della musica”, ideata in collaborazione con il Maestro Leonardo Zunica e l’Archivio Storico Ricordi, riprendono le attività con la conferenza del professor Michele Dantini “Paul Klee e la musica” che si terrà giovedì 6 dicembre, a Palazzo Te a Mantova, alle ore 18.00.

“Possiamo considerare i rapporti tra Klee e la musica – spiega Dantini, illustre studioso di Paul Klee, curatore della mostra in corso al Mudec di Milano dedicata all’artista tedesco – tenendoci su più piani. La biografia dell’artista ci dà innumerevoli spunti. Klee è figlio di genitori musicisti: il padre suona, la madre canta. Lui stesso è un violinista provetto, che per qualche tempo accarezza il proposito di intraprendere una carriera musicale. Inoltre molte sue composizioni rimandano a temi o procedimenti musicali, sia che si tratti di disegni post-impressionisti, di “fughe” astratte o altro. Bach, Mozart, Brahms sono i suoi musicisti prediletti, senza dimenticare Hindemith, per cui mostra grande ammirazione. In ogni momento della sua attività Klee si schiera invece risolutamente contro Wagner e i wagneriani”.
Per l’artista ha un senso profondo l’incontro del disegno e della pittura con la musica. Riguarda il tempo, o, per meglio dire, la capacità della musica di conferire durata all’esperienza estetica, un’attitudine manifesta nell’opera di Klee. L’invenzione di una o più denotazioni è forse ciò che distingue Klee tra tutti gli artisti del primo Novecento: è in questo senso che si stabiliscono in lui analogie tra arte e musica, mentre le ricerche sulle “equivalenze” tra colore e stato d’animo, in auge presso simbolisti e fauve, perdono ben presto ai suoi occhi ogni rilevanza.

All’incontro interverrà il direttore della Fondazione Palazzo Te Stefano Baia Curioni per riflettere sugli stimoli proposti dal percorso di ricerca “Sonografie”.
L’indagine non intende esplorare la collaborazione tra musica e pittura nel solco di una consuetudine che si avvale delle due arti per attivare specifiche emozioni o sentimenti, si parte piuttosto dal riconoscimento della reciproca irriducibilità, che, in primo luogo, si istituisce sul piano del loro rapporto al tempo, lineare e sequenziale nella musica, addensato e simultaneo nella pittura.

“Pur riconoscendo la reciproca irriducibilità di musica e pittura, anzi nello spazio da essa creato – racconta Baia Curioni – il progetto esplora le metamorfosi, le transizioni e gli imprevisti: la musica attraverso la sua scrittura diventa inevitabilmente icona e pittura, la pittura può diventare spartito e quindi generare musica.  Insomma la ricerca si declina in sperimentazioni tese a mostrare come il dialogo sia sorgente istitutiva di ispirazioni e fertilità. Nella prima project room, allestita a giugno a Palazzo Te, sono state messe a confronto le partiture musicali del Maestro Salvatore Sciarrino con le opere grafiche di Fiona Robinson. Nel 2019 presenteremo un lavoro con la pittrice Sonia Costantini”.

Foto © Livia Cavallari, Milano