Biennale della Fotografia Femminile
8 marzo – 14 aprile 2024
Tinelli di Palazzo Te

La terza edizione della Biennale di Fotografia Femminile, dal titolo Private, indaga la possibile correlazione tra il concetto di privazione e quello di privacy. La rimozione dall’ambito pubblico può avere risvolti molteplici: si tratta di una sottrazione salvifica o una prevaricazione? Il termine private contempla entrambi i domini, tra realtà tangibili e dati sensibili. In che modo è possibile definire ciò che è pubblico o privato? Cosa significa venire deprivati? A partire da queste riflessioni, l’edizione 2024 indaga attraverso la fotografia spazi individuali e collettivi, virtuali e reali. Contesti dove il personale e il pubblico si sfumano in un rapporto osmotico e, talvolta, conflittuale.

Per l’occasione i Tinelli di Palazzo Te ospitano la personale di Esther Hovers, False Positives. I sistemi di sorveglianza intelligente sono costituiti da telecamere in grado di rilevare i segni nel linguaggio del corpo e nei movimenti che potrebbero indicare una “intenzione criminale”. Gesti inconsueti che – all’interno di uno spazio pubblico – vengono segnalati come “anomalie”. Mappando tali anomalie, si strutturano gli algoritmi che orientano le telecamere in grado di rilevare i comportamenti devianti. False Positives esamina come i sistemi di sorveglianza studiano il nostro comportamento, sollevando la questione dell’accettabilità delle “classificazioni”, nonché della tutela della privacy negli spazi condivisi.

La ricerca di Esther Hovers si struttura sulle “8 anomalie”, segnalate dagli esperti di sorveglianza intelligente con i quali ha collaborato. Il progetto unisce fotografie e disegni di modelli al fine di fornire un’analisi all’interno e intorno al quartiere degli affari della città di Bruxelles. Nella sua pratica artistica, Esther Hovers indaga il modo in cui potere, politica e sistemi di controllo esercitano attraverso la pianificazione urbanistica e l’uso dello spazio pubblico. Fotografa di formazione, crea installazioni dove fotografie, disegni, testi e film dialogano alla pari. Il suo lavoro è apparso su The New York Times, Washington Post, M – Le Magazine du Monde e Wired.

Per maggiori informazioni:
bffmantova.com