La camera presenta nel suo complesso un’impostazione neoclassica dovuta alle decorazioni parietali e del soffitto dello Staffieri, datate 1813. Originale, e dovuto al disegno di Giulio Romano, è invece il fregio scandito da candelabri in stucco, da cui la camera prende il nome. Agli angoli trionfi di armi e barbari prigionieri di grande risalto palastico.
Il contrasto dei bianchi rilievi sui fondi scuri verdi e rosso dona grande intensità cromatica al fregio, che vede il succedersi di stucchi e scene dipinte raffiguranti personaggi della mitologia classica, biblici (David e Giuditta) e della storia romana (Tarquinio e Lucrezia).
Vi si trova un’alternanza di esempi virtuosi e viziosi, sintetizzati dalla scena con Ercole al bivio. Come attestano gli atti di pagamento, gli stucchi vengono realizzati, nel 1527, da Giovan Battista Scultori e Nicolò da Milano; le decorazioni pittoriche sono invece attribuibili ad Agostino da Mozzanica.

La camera presenta nel suo complesso un’impostazione neoclassica dovuta alle decorazioni parietali e del soffitto dello Staffieri, datate 1813. Originale, e dovuto al disegno di Giulio Romano, è invece il fregio scandito da candelabri in stucco, da cui la camera prende il nome. Agli angoli trionfi di armi e barbari prigionieri di grande risalto palastico.
Il contrasto dei bianchi rilievi sui fondi scuri verdi e rosso dona grande intensità cromatica al fregio, che vede il succedersi di stucchi e scene dipinte raffiguranti personaggi della mitologia classica, biblici (David e Giuditta) e della storia romana (Tarquinio e Lucrezia).
Vi si trova un’alternanza di esempi virtuosi e viziosi, sintetizzati dalla scena con Ercole al bivio. Come attestano gli atti di pagamento, gli stucchi vengono realizzati, nel 1527, da Giovan Battista Scultori e Nicolò da Milano; le decorazioni pittoriche sono invece attribuibili ad Agostino da Mozzanica.