La camera delle Vittorie prende il nome dalle due Vittorie alate che, insieme a due figure allegoriche della Fama reggenti lunghe trombe, stanno agli angoli dell’ambiente. Il fregio si compone di una raffinata decorazione pittorica a grottesche, su campo colorato a imitazione di pietre dure, come annotava un documento coevo.
Le partizioni di forma ovale contengono croci di stucco che inquadrano busti clipeati, anch’essi a rilievo. Gli stucchi sono attribuiti a Nicolò da Milano mentre la decorazione pittorica ad Agostino da Mozzanica.
L’intera decorazione della sala è ascrivibile al 1528. Degna di particolare nota è la decorazione del soffitto dove, fatto unico in tutto il palazzo, i lacunari in legno sono decorati con scene di vita quotidiana scorciate da sott’in su, con evidenti citazioni della mantegnesca Camera picta di Palazzo Ducale. Vi si ritrovano una donna che spulcia un bambino, un’altra donna che stende una camicia, una giovane che si pettina e una fanciulla che posa un vaso di garofani sulla balaustra, mutuato direttamente dal precedente mantegnesco.
La camera delle Vittorie prende il nome dalle due Vittorie alate che, insieme a due figure allegoriche della Fama reggenti lunghe trombe, stanno agli angoli dell’ambiente. Il fregio si compone di una raffinata decorazione pittorica a grottesche, su campo colorato a imitazione di pietre dure, come annotava un documento coevo.
Le partizioni di forma ovale contengono croci di stucco che inquadrano busti clipeati, anch’essi a rilievo.Gli stucchi sono attribuiti a Nicolò da Milano mentre la decorazione pittorica ad Agostino da Mozzanica.
L’intera decorazione della sala è ascrivibile al 1528. Degna di particolare nota è la decorazione del soffitto dove, fatto unico in tutto il palazzo, i lacunari in legno sono decorati con scene di vita quotidiana scorciate da sott’in su, con evidenti citazioni della mantegnesca Camera picta di Palazzo Ducale. Vi si ritrovano una donna che spulcia un bambino, un’altra donna che stende una camicia, una giovane che si pettina e una fanciulla che posa un vaso di garofani sulla balaustra, mutuato direttamente dal precedente mantegnesco.