Cucire il tempo
L’arte come tessitura del quotidiano

La seconda tappa del progetto “Cucire il tempo”, dal 28 settembre al 17 ottobre 2021, prevede l’esposizione delle trame di architettura dismesse di Marta Allegri e dei ferri trasportati dal mare di Irene Lanza.

Le due artiste sono legate dal riutilizzo di materiali. Da una parte, Marta Allegri realizza sculture con materiali industriali, come reti zincate e mattoni forati, che evocano tessiture, ricami, vecchie case e oggetti lontani nel tempo. Dall’altra, il lavoro di Irene Lanza, per la prima volta presentato al pubblico, esprime una poetica al tempo stesso visionaria e figurativa, in cui prendono vita, come in un incantesimo, figure femminili, angeli e imbarcazioni.

Parlando della mostra “Cucire il tempo”  nella sua totalità, Melina Mulas spiega: “Le sei artiste tessono sia la gioia che il dolore, rammendano ferite che generano bellezza, la guarigione e la gratitudine sono l’ordito della loro arte; più intessono e più aprono alla dimensione di libertà che unisce, con un filo, tutte le donne in un’antica sorellanza. Con alcune di loro è nata una spontanea e profonda amicizia.”

Marta Allegri è nata a Bologna nel 1961, ha vissuto per molti anni a Lovere sul lago d’Iseo, ora risiede a Cavarzere (VE). Docente di Scultura all’Accademia di Belle Arti di Bologna. La sua ricerca artistica si concentra sui temi dell’architettura, della natura e del paesaggio. Tra le numerose mostre, progetti, residenze, una tappa importante per la sua ricerca è la personale con la Fondazione Bevilacqua La Masa, a Venezia, dove la sede di Palazzetto Tito torna ad essere una casa e le sue stanze ambienti domestici. Attratta dai luoghi abbandonati, dal 2006 al 2011 con Carmine Tornincasa e la figlia Eva risana una vecchia casa colonica nella campagna veneta. Continua ad approfondire la ricerca sugli spazi dismessi e trova in Progetto Borca una situazione che le permette di realizzare diversi interventi, attualmente l’opera installata sulla vetrata negli alloggi delle religiose nell’ex Colonia dell’Eni è visibile al Padiglione Italia sezione Comunità Resilienti alla Biennale di Venezia.

Irene Lanza ha votato la propria vita alla cura, seguendo gli insegnamenti di John Wernham, uno dei padri fondatori dell’Osteopatia Classica. Proprio dalla cura e dagli insegnamenti del nonno, vecchio pescatore, che si è dedicato alla poesia, all’agricoltura e al recupero, inizia la sua ricerca, quasi maniacale, nel raccogliere pezzi portati e trasformati dal mare. Di questi relitti Irene si prende cura e, trasformandoli, dà loro nuova vita, affinché possano continuare il loro viaggio. Irene vive tra Catania e Stromboli e ha tre figli.

DATE
28 settembre – 17 ottobre 2021

ORARI
Ingresso libero venerdì 16.00 – 20.00
sabato e domenica 10.00 – 12.30 | 16.00 – 20.00
oppure su appuntamento
segreteria@fondazionepalazzote.it

INGRESSO LIBERO