Cucire il tempo
L’arte come tessitura del quotidiano

Il terzo momento espositivo, dal 19 ottobre al 7 novembre 2021, presenta le opere di bisquit di porcellana di Rosanna Bianchi Piccoli e le sculture in rame di Antonella Zazzera, lavori inediti o appositamente compiuti per la mostra mantovana.

Rosanna Bianchi Piccoli è un’artista nota per la sua ricerca sulla ceramica dalle origini al contemporaneo. La selezione delle cinque sculture esposte, realizzate tra la fine degli anni Novanta e l’inizio del Duemila, racconta il rapporto dell’artista milanese con la terra e l’argilla, intese come “scrigni” che contengono la materia e la sacralità del tempo. Le opere – tra cui Se noi siamo la terra (2001) – sono legate con fili colorati, evocativi del suo vissuto.

Antonella Zazzera, artista umbra, lavora con il rame. Le due opere presentate a Mantova – tra cui la scultura Armonico iniziata nel 2011 e ripresa e terminata in occasione di questa mostra – interpretano il concetto di tessitura come sedimentazione. Attraverso fili di rame intrecciati e stratificati, le sculture indagano la centralità della Luce nella definizione dello Spazio e della Forma.

Con l’esposizione delle opere di Rosanna Bianchi Piccoli e Antonella Zazzera nelle Pescherie di Giulio Romano a Mantova si conclude il progetto espositivo Cucire il tempo, dedicato al tema dell’arte come tessitura del quotidiano. Curato da Stefano Baia Curioni e Melina Mulas, a partire da una riflessione sul lavoro di Maria Lai, il progetto presenta la ricerca di sei artiste italiane che esplorano la pratica del fare arte come gesto che “accoglie, cuce e riordina l’amore profondo per le proprie origini”.

Rosanna Bianchi Piccoli «Sono nata nel 1929 a Milano e qui vivo e lavoro, ho frequentato, sempre a Milano, Brera, il Liceo e l’Accade­mia, Scuola di Pittura, i miei Maestri: Carlo Carrà e Mauro Reggiani, Enzo Morelli, Guido Ballo, maturità con l’architetto Piero Portaluppi. I miei compagni e i miei amici Dario Fo, Bobo Piccoli (poi mio marito), Alik Cavaliere, Aldo e Marirosa Ballo, Ugo Mulas, Alfa Castaldi.
Al Jamaica e dalla Titta e al Craja c’erano tutti, tutto il Novecento e non solo milanese: io ci andavo poco, sta­vo alla nascente Casa della Cultura dove Strehler diceva poesie di Lorca, o sotto al pulpito di Padre David Tu­roldo, o da Cardazzo, 1949, con Lucio Fontana e la sua luce nera di Wood nell’ambiente spaziale, o al “Piccolo” a sentire Segovia, intanto andavo in giro per tutta l’Europa cambiando un passaporto all’anno per tutti i timbri che ti facevano, nei musei, nelle fab­briche, nelle manifatture di ceramica, nelle botteghe, negli studi a vedere arte e le ceramiche di Picasso, Ma­tisse, Leger, Miró, Artigas.
A Cadaqués incontro Gala, moglie di Dalì, entro nella loro casa a Port Lli­gat, poi Faenza, partecipo al concor­so dove Palma Bucarelli mi premia nel ’57 e Aldo Moro nel ’64 e lavoro per Angelo Biancini, frequento il La­boratorio Tecnico Sperimentale all’I­stituto d’Arte G. Ballardini, 1958 e 1960, e incontro tutti i ceramisti, i Ma­estri: Melandri, Nonni, Meli, Gambo­ne, Zauli, Valentini, Spagnulo, Diatò, Gatti, Matteucci, e la Muki, prendo altri premi, faccio tante esposizio­ni, lavoro con importanti architetti: Arnaboldi, Bega, Brunetti, Lodola, Latis, Marescotti, Massoni, Menghi, Muzio, Polo Pericoli, Rizzi, Saltini, Scarzella, Mazzocchi, e con i miei lavori partecipo alle Triennali di Mi­lano 1960, 1964, al Museo del Design VII e IX edizione, XXXVI Biennale di Venezia 1972 e mostre ovunque.
Poi la Ricerca socio-etno-antropo­logica 1957/63 (V. Tesi magistrale: Francesca Gramazio, Rosanna Bian­chi Piccoli e la ricerca socio-etno-an­tropologica: studi presso le botteghe popolari di Abruzzo, Marche e Sicilia dal 1957 al 1963, relatore Paolo Cam­piglio, Università di Pavia, 2019), sto con i cocciari popolari e con loro lavoro, raccogliendo i loro gesti e il loro sapere, ne condivido l’esistere, la diversità delle nostre radici e delle nostre culture e con le loro terre dor­mo nei loro retrobottega.
E intanto 1962 nella mia Pianura Lombarda, superfice profonda, tro­vo, incontro, conosco, tocco una terra lontana, portata lì da una straordina­ria vecchia nonna, una terra Bianca Arcana, la Porcellana, Biscuit 1280°, porcellana tenera, fuoco in atmosfera riducente, Terra Rispetto, Terra Inti­mità, Terra Compagna, “Notte giorno fiore”, “Ombra d’erba”, i miei “Horti sicci”, “Impronte d’acqua”, “Mille e una notte”, e i miei “Imparaticci”, fino al fiato dell’infinito nei miei “Co­smopiatti” esposti in Triennale nel 2015/16 dove nel primo Museo del Design 2019 c’è un mio vaso.
Qui ora, vecchia ragazza barricade­ra, Artigiana d’assalto, Ceramista di fronda. Ho novantadue anni e con sangue di seta lego ancora i miei bi­scuit, 2021 e gioco con il raku.»

Antonella Zazzera nasce a Todi (Pg) nel 1976, dove vive e lavora.
Compie i suoi studi all’Accademia di Belle Arti Pietro Vannucci di Perugia dove si diploma in Pittura nel 1998, anno in cui inizia la collaborazione con Giuliana Soprani Dorazio presso la galleria Extra Moenia di Todi.
La sua ricerca artistica, che spazia dal­la pittura alla fotografia alla scultura, si fonda sul “Segnotraccia”, archetipo visivo e sensitivo che diviene identi­ficazione totale con l’essere nel suo divenire. L’attuale lavoro si presenta come il risultato di un percorso che, partendo dall’indagine fotografica, l’ha portata ad indagare la centralità della Luce nella definizione dello Spa­zio e della Forma.
Nel 2005 vince il 1° Premio per la gio­vane Scultura Italiana istituito dall’Ac­cademia Nazionale di San Luca a Roma, a cura di Nicola Carrino, Pietro Cascella e Carlo Lorenzetti. Nel 2016 riceve il Premio Arnaldo Pomodoro per la scultura.
La sua attività espositiva si avvia verso la metà degli anni Novanta e da allora si contano numerose le partecipazioni a mostre personali e collettive, in spazi pubblici e in gallerie private, sia in Ita­lia che all’estero, fra cui: Frederik Mei­jer Gardens & Sculpture Park, Grand Rapids MI (USA); Fondazione Arnaldo Pomodoro, Milano (I); Museion, Mu­seo d’Arte Moderna e Contemporanea, Bolzano (I); Galerie Jaeger Bucher, Parigi (F); Mambo, Museo d’Arte Mo­derna, Bologna (I); Camusac, Museo d’Arte Contemporanea, Cassino (I); Musma, Museo della Scultura Contem­poranea, Matera (I); Antonella Cattani Contemporary Art, Bolzano (I); Cité de la céramique, Sèvres (F); Galerie Frey, Vienna – Salisburgo (A); Bocconi Art Gallery, Milano (I); Fondation Villa Datris, L’Isle sur la Sorgue (F); Kasteel Van Gaasbeek, Gaasbeek (B); Grossetti Arte Contemporanea, Milano (I); Cen­tro de Arte Moderna Gerardo Rueda, Matosinhos (P); 54° Biennale di Vene­zia, Padiglione Italia/Umbria, Palazzo Collicola, Spoleto (I); Galleria Studio G7, Bologna (I); XLVI Premio Vasto, Vasto (I); Santo Ficara Arte Moderna e Contemporanea, Firenze (I); Interna­tional Convention Center di Shanghai Pu Dong and Wison Art, Shanghai (RC); Museo Pino Pascali, Polignano a Mare, Bari (I); Galleria Fioretto, Padova (I); Periplo della Scultura Contemporanea 3, Matera (I); Jacob Lawrence Gallery, University of Washington, Washington (USA); Rain Gallery 798 Art District, Pechino (RC); Museo della Musica, Bo­logna (I); Galleria Extra Moenia, Todi (I); Pyramida Center for Contemporary Art, Haifa (IL); KCC Gallery, Tokyo (J); Kunsthaus Grenchen, Grenchen (CH); Théatre de Montrouge, Parigi (F); Al­bornoz Palace Hotel, Spoleto (I); Gale­ria Winda, Kieleckie Centrum Cultury, Keilce (PL); XXIV Biennale di Gubbio, Gubbio (I); Galerjie Media Nox, Mari­bor (SLO); New York Public Library at the Art Section, New York (USA).
Le sue opere sono presenti in collezio­ni pubbliche e private

DATE
19 ottobre – 7 novembre 2021

ORARI
Ingresso libero venerdì 16.00 – 20.00
sabato e domenica 10.00 – 12.30 | 16.00 – 20.00
oppure su appuntamento
segreteria@fondazionepalazzote.it

INGRESSO LIBERO