Il complesso monumentale di Palazzo Te si presenta agli occhi del visitatore con uno sviluppo fortemente orizzontale. Progettato su pianta quadrata con un ampio cortile interno, il palazzo si ispira concettualmente alla villa rustica antica, dove si privilegiano le vedute orizzontali in un continuo dialogo tra architettura e ambiente circostante. A differenza dei palazzi urbani, Palazzo Te prevede una distribuzione degli spazi nobili al piano terra, leggermente rialzato per salvaguardarlo dalle piene del Mincio, e ambienti di servizio al piano superiore.
La decorazione dell’esterno e la scansione architettonica delle facciate sono tratte dal repertorio antico.
Giulio Romano crea un ordine unico ritmato dalla presenza di lesene che reggono una trabeazione composta da architrave e fregio dorico con metope decorate. Le metope del lato nord sono ornate con una serie di imprese gonzaghesche, mentre questi emblemi non compaiono nelle altre facciate. Una cornice marcapiano fascia le facciate nord e ovest, che sono concepite in modo unitario, anche se sono riscontrabili alcune differenze, come l’apertura a fornice unico sul lato ovest e a tre arcate su quello nord. Tuttavia l’apparente rigore classico nasconde numerose licenze e forzature, probabilmente legate a problemi costruttivi risolti genialmente dall’estro di Giulio Romano. Nelle superfici prevalgono i conci lisci; bugne rustiche fasciano il basamento, al di sopra del podio levigato, e incorniciano le aperture. La facciata meridionale, che prospetta su un cortile escluso dal percorso di visita, è incompleta e mostra un paramento a intonaco che reca tracce di architettura dipinta nel Settecento. La facciata orientale viene anch’essa rimaneggiata nel XVIII secolo.