Flux-us. Progetto di mediazione culturale con i cittadini stranieri richiedenti protezione internazionale
Il Progetto coinvolgerà le persone richiedenti protezione internazionale anche ospitate nei centri di accoglienza. Grazie anche alla collaborazione dei diversi gestori dell’accoglienza, l’obiettivo è di formare almeno un gruppo attraverso criteri di partecipazione che prevedono l’autonomia di spostamento, il tempo libero e la comprensione di una lingua veicolare tra inglese, francese e arabo. Verranno coinvolti ragazzi ospiti nei CAS (centri di accoglienza staordinaria) adulti e nel SAI (sistema di accoglienza e integrazione) adulti e minori.
L’attività, che si svolgerà a Palazzo Te tra il mese di novembre e il mese di dicembre 2025, prevede tre incontri con cadenza settimanale. Gli incontri saranno seguiti e coordinati dall’operatore Simone Rega, referente della mediazione culturale e dei progetti inclusivi di Fondazione Palazzo Te, con la collaborazione di due mediatrici volontarie e di Lucia Papaleo quale referente per Mantova Poesia.
I principali temi, che caratterizzano l’installazione di Isaac Julien, saranno le chiavi di lettura utilizzate nel Progetto: viaggio, cambiamento, tempo come memoria e tempo come desiderio.
Per ogni persona con background migratorio, il viaggio rappresenta una scommessa carica di paura e di desiderio di cambiamento, di un futuro da costruire e di un passato da consegnare al presente. Il viaggio dunque rappresenta un agente di trasformazione che porta la persona a confrontarsi con sé e con l’altro, con un prima e con un dopo, nella pratica di un nuovo inizio.
A Maggio 2026, In collaborazione e in occasione del Festival Mantova Poesia, dopo un lavoro di traduzione, verranno presentati i lavori emersi nella forma di una grande narrazione unica, una sorta di Odissea, che mostrerà come la condizione del viaggio appartiene a tutti e, come scriveva Ovidio, “nulla resta immutato: tutto scorre, e ogni immagine errante prende forma nel fluire”. Il flusso siamo noi.