A cura di
Daniela Sogliani

Realizzato da
Fondazione Palazzo Te

Stampato daEdizioni di Storia e Letteratura con il sostegno di Fondazione Banca Agricola Mantovana

Pagine
616

Il volume, frutto di alcuni anni di ricerca, è dedicato al rapporto politico, artistico e culturale tra Venezia e la città dei Gonzaga negli anni di governo del duca Ferdinando Gonzaga, secondogenito di Vincenzo I ed Eleonora de’Medici. Nel vaglio delle numerose lettere dell’Archivio di Stato di Mantova sono stati scelti e trascritti dall’autrice oltre 700 documenti che trattano informazioni di pittura, scultura e architettura. Non sono state tralasciate le notizie relative alla letteratura e alla scienza o quelle riguardanti il mercato veneziano. Con lo stesso criterio sono stati trascritti i dispacci degli ambasciatori veneziani residenti a Mantova negli stessi anni oggi conservati presso l’Archivio di Stato di Venezia.

La ricerca pertanto ha precisato, in un andirivieni di lettere quasi giornaliere, i contorni delle relazioni culturali e diplomatiche tra la Repubblica e il Ducato in anni cruciali per la storia della famiglia mantovana che, dopo un periodo glorioso, si avvia verso un declino inesorabile con il sacco della città del 1630 ad opera dei lanzichenecchi e l’arrivo dei Gonzaga Nevers di Francia. Figura chiave è il duca Ferdinando Gonzaga, destinato alla carriera ecclesiastica ma poi divenuto il signore della città per la morte del fratello Francesco IV. Ferdinando è un giovane brillante, elegante, interessato agli studi e all’arte e il suo sontuoso tenore di vita ha bisogno di un costante flusso di denaro. Le sue relazioni con artisti, musicisti e attori sono presentate nei capitoli del volume in cui emerge un forte interesse per la città lagunare, dove il duca acquista oggetti di lusso e richiede prestiti in denaro per affrontare la crisi economica del suo stato. Per queste difficoltà il fratello Vincenzo II, tra il 1627 e il 1628, concluderà la vendita della collezione d’arte della famiglia tramite il mercante Daniel Nijs.

Dai documenti emergono gli intermediari, gli inviati e gli ambasciatori che, in una fitta rete di scambi diplomatici tra il Ducato e le altre corti italiane ed europee, risiedono a Venezia e sono gli esecutori delle più svariate richieste dei duchi: essi dialogano con il doge, il Gran Consiglio, il Senato veneziano, i mercanti, i pittori, gli attori e gli editori della città.