Tinissima 2.0
Sabato 19 settembre 2020 | ore 21.00 | Spazio Te
INGRESSO GRATUITO fino ad esaurimento posti ——> SOLD OUT 

Tinissima 2.0 è un evento organizzato da Biennale di Fotografia Femminile.
Tinissima è una pièce teatrale scritta ed interpretata da Tullia Benati. Qualcuno ha definito la sua una “vita fragile”: l’ha scritto il poeta Pablo Neruda sull’epitaffio della tomba di Tina, lo canta Cisco dei Modena City Ramblers, è il titolo di una biografia a lei dedicata. Ma se ripercorriamo tutta l’esistenza dell’attrice, fotografa, rivoluzionaria, spia ricercata, la sig.ra Assunta Adelaide Luigia Modotti, si dimostra tutt’altro: una donna assolutamente straordinaria e fortissima.
Berlino rappresenta il cardine di passaggio dal lato A al lato B della sua vita, lato da cui non è più possibile tornare indietro. Qui Tina, costretta a lasciare il Messico, perché espulsa dal Governo, cerca di vivere di fotografia, ma il suo “mondo“ – nel Vecchio Mondo – è completamente cambiato. È a Berlino, nei 6 mesi da sola, che la donna ha tempo di riflettere e di sviluppare il filo delle ultime vicende dove si è trovata coinvolta. È qui che il suo Universo si ribalta completamente.
L’ambientazione dello spettacolo dedicato a Tina è a Berlino, anno 1930, nella piccola camera oscura della pensione, presa in affitto.
In un tempo sospeso, come le varie foto che appende, i ricordi riempiono la solitudine della camera di sviluppo sotto forma di lettere, canzoni e rievocazioni.
Le lettere (alcune delle quali veramente spedite all’ex compagno e amico Edward Weston) testimoniano la vita di una donna sola ed emancipata, che lotta per un ideale di giustizia e si ritrova a vivere da protagonista in un’epoca difficile, di grandissimi cambiamenti sociali e politici, come quella a ridosso della Seconda Guerra mondiale, con gli ideali fascisti alle porte e quelli comunisti da nascondere.
Tina: “Si affollano nella mia mente le immagini dell’ultimo periodo in Messico. La sparatoria, gli interrogatori, i 13 giorni in cella e poi, quando tutto sembrava finito, per una scusa qualsiasi mi buttano fuori, come se fossi quella pericolosa terrorista depravata che tanto piace ai giornalisti. Una favola che i lettori messicani si sono bevuti assieme al loro caffè del mattino.”