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Dal 31 ottobre al 28 novembre 2010, il fotografo Gianni Basso espone a
Mantova a Palazzo Te Water in the desert, punto d’approdo di un composito
lavoro dedicato all’acqua intrapreso circa 30 anni fa e che, nel corso del tempo, si è
arricchito di inusuali esperienze artistiche.
Se l’elemento acqua rappresenta il cuore dell’appassionata ricerca tecnica e
artistica di Basso, il compimento del progetto fotografico si realizza in una
dimensione contrapposta: il deserto. È infatti nella siccità e tra i volumi mobili di
sabbia che il significato dell’acqua – simbolo vitale e mistero, trasparenza che
assorbe ogni colore in un flusso di movimento le cui singole immagini rimandano
all’arte astratta – accresce il suo valore.
L’idea della complementarietà non è rimasta pura proiezione intellettuale. Gianni
Basso ha saputo renderla realtà compiendo nel 2009 un viaggio in Marocco, dove
ha allestito una vera e propria esposizione dei suoi scatti d’acqua nel deserto
di Chegaga vicino a Zagora. Sede espositiva insolita, la cui originalità si traduce
in uno straordinario stimolo emotivo, il deserto ha ospitato una selezione di circa 50
fotografie scelte tra le oltre 100.000 realizzate in tre decenni di reportage e viaggi
in tutto il mondo.
Per la prima volta visibili al pubblico, il corpus di immagini fotografiche di Gianni
Basso viene esposto nelle sale dei Tinelli di Palazzo Te, unitamente alla proiezione
del film-documentario del viaggio. Il video, della durata di 28 minuti, illustra
l’happening fotografico nel deserto e quello successivo nel villaggio di montagna
Ouaouizelt, a 40 chilometri da Marrakech, dove, con l’aiuto dei bambini del posto, è
stato ideato un allestimento tra i vicoli e all’interno di alcune abitazioni rurali, a
contatto diretto con gli abitanti.
Il percorso di mostra racconta l’acqua nella sua essenza estetica e assoluta. Di
formato 100×70 cm, le immagini presentate a Palazzo Te sono espressione di una
ricerca tecnica e stilistica sempre in progress: dagli apparecchi analogici al digitale,
dal macro al dettaglio, fino ai risultati più recenti in cui l’interpretazione astratta
dell’oggetto di indagine emerge con forza dirompente.
“La costruzione dell’immagine – racconta Basso – avviene per incanto; la foto la
posso immaginare, la vedo nella mia testa, ma poi il risultato travalica le mie
previsioni, tutto avviene in una frazione di secondo”.
La narrazione fotografica coincide inoltre con un vero e proprio itinerario
internazionale che ha avuto mete come Sydney e Perth (Australia), Lake Louise,
Rocky Mountains, Vancouver (Canada), Bali (Indonesia), Guadalupe e l’Isola di
Favignana in Sicilia. E ancora: la Bretagna, la Grecia e la Norvegia; Amsterdam,
Venezia e altre città toscane e pugliesi. Non mancano le acque del Lago Maggiore, o
del fiume Mincio o dei laghi di Mantova.
La diversità cangiante e inesauribile dell’acqua si traduce in una mirabile e poetica
fantasia di forme e colori. E così il medesimo soggetto fotografico appare agli occhi
di un bambino un fiore nero, mentre allo sguardo di un adulto un pesce blu. I
chiaroscuri, le gradazioni della luce e dei riflessi di colore, e le inquadrature
delineano le figure più dispare: quella di un fantasma, un albero, un orso o il profilo
del viso di una donna.
La rassegna Water in the desert – organizzata dal Centro Internazionale d’Arte e
di Cultura a Palazzo Te in collaborazione con il Comune di Mantova, Museo
Civico di Palazzo Te, MAC Francesco Bartoli – è corredata dal catalogo edito da
Vega MG (Milano) con testi critici di Maria Grazia Savoia e Luca Massimo
Barbero, e una nota introduttiva dell’artista in cui racconta la genesi del progetto
in una giornata di pioggia ad Amsterdam.

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DATE

31.10 – 28.11 2010
Tinelli di Palazzo Te, Mantova

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