La camera, i cui lavori potrebbero risalire al biennio 1530-1531, è così chiamata per i soggetti dipinti sulla volta, esaltati come esempi virtuosi tratti dalla storia antica. L’affresco nell’esagono al centro della copertura a schifo è dedicato all’episodio, narrato da Plinio, Cesare ordina di bruciare le lettere di Pompeo. La scena è volta a celebrare la grandezza d’animo di Cesare che, dopo la vittoria di Farsalo, si rifiutò di leggere le lettere che provavano il legame tra il nemico vinto Pompeo e i notabili di Roma. Anche i due tondi sui lati lunghi della volta ripropongono esempi di nobili gesti di antichi sovrani e condottieri: Alessandro Magno che ripone l’Iliade in uno scrigno (parete sud), onora la nobile decisione di Alessandro di riporre i libri di Omero in uno scrigno d’oro sottratto al nemico vinto Dario, re di Persia; La continenza di Scipione (parete nord), glorifica la rinuncia di Scipione a trattenere una giovane prigioniera. Le vele della volta sono occupate da sei rettangoli verticali con figure di imperatori e guerrieri: Alessandro Magno (parete est); Giulio Cesare; Signifer o portainsegne (parete sud); Augusto (parete ovest); Guerriero; Filippo di Macedonia (parete nord). Gli angoli della copertura, ornati a ottagoni intrecciati su fondo azzurro, ospitano nella parte inferiore quattro ovali, sostenuti da putti e Vittorie alate, con le seguenti imprese gonzaghesche: Boschetto (angolo est-sud); Monte Olimpo (angolo sud-ovest); Ramarro (angolo ovest-nord); Zodiaco (angolo nord-est). Quest’ultima presenta la terra immobile nell’universo, come sottolinea il motto: “IN EODEM SEMP[ er]”, “Sempre nello stesso luogo”. Il fregio è tardo settecentesco (l’originale è andato perduto).
La camera, i cui lavori potrebbero risalire al biennio 1530-1531, è così chiamata per i soggetti dipinti sulla volta, esaltati come esempi virtuosi tratti dalla storia antica. L’affresco nell’esagono al centro della copertura a schifo è dedicato all’episodio, narrato da Plinio, Cesare ordina di bruciare le lettere di Pompeo. La scena è volta a celebrare la grandezza d’animo di Cesare che, dopo la vittoria di Farsalo, si rifiutò di leggere le lettere che provavano il legame tra il nemico vinto Pompeo e i notabili di Roma. Anche i due tondi sui lati lunghi della volta ripropongono esempi di nobili gesti di antichi sovrani e condottieri: Alessandro Magno che ripone l’Iliade in uno scrigno (parete sud), onora la nobile decisione di Alessandro di riporre i libri di Omero in uno scrigno d’oro sottratto al nemico vinto Dario, re di Persia; La continenza di Scipione (parete nord), glorifica la rinuncia di Scipione a trattenere una giovane prigioniera. Le vele della volta sono occupate da sei rettangoli verticali con figure di imperatori e guerrieri: Alessandro Magno (parete est); Giulio Cesare; Signifer o portainsegne (parete sud); Augusto (parete ovest); Guerriero; Filippo di Macedonia (parete nord). Gli angoli della copertura, ornati a ottagoni intrecciati su fondo azzurro, ospitano nella parte inferiore quattro ovali, sostenuti da putti e Vittorie alate, con le seguenti imprese gonzaghesche: Boschetto (angolo est-sud); Monte Olimpo (angolo sud-ovest); Ramarro (angolo ovest-nord); Zodiaco (angolo nord-est). Quest’ultima presenta la terra immobile nell’universo, come sottolinea il motto: “IN EODEM SEMP[ er]”, “Sempre nello stesso luogo”. Il fregio è tardo settecentesco (l’originale è andato perduto).