Qui trovi tutti i contenuti e gli strumenti per preparare la tua visita a Palazzo Te in attesa di raggiungerci.

L’APP DI PALAZZO TE

Lasciati ispirare dall’opera di Giulio Romano e rimani sempre in contatto con il Museo. Scaricando l’app potrai scegliere il percorso che preferisci, guidato dalla mappa interattiva suddivisa in 27 ambienti tra logge, camere e giardini.

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L’IMPERATORE E IL DUCA. CARLO V A MANTOVA

Curato da Daniela Sogliani e Marsel Grosso, l’evento espositivo a Palazzo Te ruota attorno al Ritratto di Carlo V con il cane eseguito da Jakob Seisenegger nel 1532, concesso dal Kunsthistorisches Museum di Vienna. In un dialogo che fa rivivere idealmente l’incontro tra l’imperatore e il duca, la tela è esposta accanto al Ritratto di Federico II Gonzaga nella riproduzione 1:1 del celebre dipinto di Tiziano realizzata da Factum Foundation a partire dalla scansione in alta risoluzione dell’opera oggi custodita al Museo del Prado di Madrid e alla stampa di Giovanni Britto dal perduto Ritratto di Carlo V in armatura eseguito poco prima da Tiziano.

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IL PERCORSO DELLE VENERI DI PALAZZO TE

Scaricando l’app potrai scoprire Palazzo Te anche attraverso percorsi tematici come quello del Mito di Venere, con oltre 25 raffigurazioni della dea tra stucchi e affreschi disseminati tra le stanze del Palazzo.

Guarda la serie video Il mito di Venere a Palazzo Te per ammirare in anteprima le numerose sfaccettature della divinità dell’Olimpo, protagonista delle decorazioni delle sale. Consacrata la più bella tra le dee dal giudizio di Paride, esprime i valori più profondi della natura: dalla fecondità propria della Venere genitrice, alla Venere Anadiomene che nasce dal mare, fino alla sublimazione della Venere celeste.

Per approfondire l’itinerario tematico, acquista la guida della storica dell’arte Cluadia Cieri Via.

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IL PERCORSO DEGLI OGGETTI 

Percorso a cura di Guido Rebecchini, con Flavia Barbarini, Federico Bonezzi, Giulia Donina, Federico Giglio, Giulio Pietrobelli, Alessandro Prosperi, Simone Rega, Anna Giulia Schisano, Marta Spinelli.

Palazzo Te è privo di arredi da secoli ma le sue pareti sono piene di rappresentazioni di oggetti simili a quelli immaginati da Giulio Romano per i Gonzaga ai tempi della costruzione dell’edificio. Ponendo l’attenzione su tali raffigurazioni si potrebbe non solo arricchire la nostra conoscenza del palazzo ma anche riflettere sull’uso e le funzioni degli oggetti che lo animavano, sulla cultura materiale di chi lo abitava e sulla varietà degli oggetti d’arte che lo impreziosivano.

Per vivere e scoprire il percorso alla ricerca dell’Arte di Vivere dei Gonzaga a Palazzo Te, si attraversano le stanze del palazzo tra musica, armi, lusso, arte e cultura.

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LA CAMERA DEI GIGANTI

Realizzata negli anni Trenta del Cinquecento, riconosciuta come uno dei capolavori del Rinascimento internazionale, la straordinaria Camera dei Giganti è l’ambiente più rappresentativo dell’originalità del linguaggio di Giulio Romano, allievo prediletto di Raffaello. Negli affreschi l’artista racconta il mito dei Giganti attraverso la raffigurazione degli dei dell’Olimpo e dei giganti colpiti dai fulmini scagliati da Giove.

LA CAMERA IN REALTA’ AUMENTATA – Google Arts & Culture

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ORIENTATI A PALAZZO TE

Anticamente situato su un’isola posta al centro del quarto lago di Mantova ora prosciugato, Palazzo Te è uno dei più straordinari esempi di villa rinascimentale suburbana manierista.
L’intero complesso, decorato tra il 1525 e il 1535, fu ideato e realizzato da Giulio Romano (1499–1546) per Federico II Gonzaga (1500–1540) come luogo destinato all’ozio del principe e ai fastosi ricevimenti.
Sin dall’origine il Palazzo si apriva, attraverso ampie logge, su vasti giardini destinati a rendere gradevole il soggiorno nel palazzo pensato su imitazione delle antiche ville romane.
L’intera decorazione degli ambienti fu realizzata su progetto di Giulio Romano che ideò non solo la struttura architettonica dell’edificio, ma anche gli splendidi cicli decorativi, i camini, i soffitti, i pavimenti di tutti gli ambienti, curandone ogni dettaglio, per poi affidarne l’esecuzione a una serie di qualificati collaboratori.

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