La mostra su Carlo Zinelli  ha offerto l’occasione per esplorare la frontiera tra la pratica artistica e la pratica psicoterapeutica, il modo in cui la creatività può diventare cura dell’anima, in cui il dolore e l’abbandono si trasformano in dialogo, congiunzione, armonia. Gli artisti folli, i malati psichiatrici che fanno arte sono outsiders, capaci di raggiungere l’essenza quasi involontariamente eppur sono portatori di una marginalità solo apparente: perchè  esprimono e insegnano un modo dell’umano che riguarda tutti. Nessuno escluso. Perchè nessuno, da vicino, può negare l’alterità che lo abita. Nessuno , da vicino, è davvero  “normale”.